Il ruolo centrale delle persone all’interno delle PMI.
È arrivato il momento di fare un coraggioso salto indietro per entrare nel futuro.
C’è tanta confusione quando si parla di comunità aziendale. Molti (quasi tutti) utilizzano questo concetto per definire la propria clientela. Qualcuno, in senso più allargato, la propria audience.
Noi Latini dovremmo essere i primi a ricordarlo. Il termine anglofono Company, oggi utilizzato per indicare l’impresa, deriva dall’unione di Com (insieme) e Panis (pane). Mercanti che univano le loro forze e condividevano il commercio dei loro beni. Un’azienda, dovrebbe essere, quindi, una comunità di persone, unite da un’identità, da una missione, che possono concretizzarsi in beni e servizi.
Le rivoluzioni industriali hanno spogliato l’azienda di questo significato, meccanizzando i rapporti, oltre che la produzione, in nome di una crescita che spesso andava proprio a spese delle persone che ruotavano intorno all’industria, dai lavoratori agli acquirenti.
Fortunatamente qualcosa sta cambiando. Internet e le tecnologie hanno interconnesso tutti e c’è una rinnovata coscienza nei confronti della governance aziendale, del perché e per chi un’azienda esiste. Un crescente numero di aziende sta “switchando” il proprio modello di business, rifondandolo proprio sulle persone. Sì, l’azienda torna a funzionare per le persone, tutte. Dai dipendenti agli investitori, dai clienti ai followers. Nessuno è esterno ad essa. Piuttosto, l’impresa è una comunità in cui ognuno ha un ruolo diverso, in cui ognuno contribuisce in una certa misura a raggiungere un obiettivo comune, secondo valori comuni.
L’azienda torna ad essere il luogo dove essere, più che il luogo dove avere.
I casi sono innumerevoli. Le imprese Benefit, le B-Corp e, per ultime in senso temporale, le SIAVS (Start -Up Innovative ad Alto Valore Sociale), si moltiplicano anno dopo anno. Il trend coinvolge tutti, dalle grandi aziende alle piccole e medie imprese.
Le imprese erano, e tornano ad essere, comunità. Per questa ragione esse avranno sempre più bisogno di un’interazione umana ed i consulenti dovranno essere sempre più capaci di fomentare questa interazione. Indipendentemente dal grado settoriale del proprio intervento (produzione, marketing, finanziamento, ecc), il consulente non dovrà perdere di vista l’insieme, espresso dal senso di comunità percepito in un’azienda. Guarderà ad ogni ruolo, ad ogni obiettivo, ad ogni prodotto e si farà sempre una domanda: “È utile al bene della nostra comunità aziendale?”.
Michele Iorio
