Quando si imposta una rotta, la barca tende spesso ad allontanarsi nonostante il nostro controllo dica che stiamo facendo tutto ciò che avevamo stabilito di fare; come fare per restare vicini al percorso prestabilito e raggiungere la meta?
Ho visto molte aziende, troppe, “malate di controllo”.
Manager o imprenditori che dalla mattina alla sera controllano numeri relativi ad attività, a volumi o performance quali-quantitative.
Ho visto al contrario pochissimi di loro scendere in profondità sulle modalità di attuazione.
La conseguenza di ciò è che i risultati talvolta non arrivano, ci si chiede quale sia la causa ripetendosi che si sta facendo tutto quanto è stato stabilito (il controllo lo conferma); in effetti spesso è così, ma non si tratta di fare o non fare, oppure di fare tanto o di fare poco.
Spesso, sbagliando, si chiede più intensità, più impegno, più risorse, si esercita maggiore pressione commerciale, si intensificano i controlli accorciando i periodi tra un check e l’altro.
No! In molti casi non è questa la soluzione! Gli anni ‘80-’90 sono passati da tempo e anche il pensare di risolvere tutto con il metodo del “fare sempre di più”.
Un aspetto che molti manager o imprenditori trascurano è legato alle competenze trasversali da mettere in atto nell’execution.
Indipendentemente dal fatto che si tratti di un’azione di carattere operativo o di relazione, il primo pensiero va subito al “volume di fuoco” delle vendite, alla competitività del prodotto o del servizio, al posizionamento. Nella produzione di beni si pensa immediatamente all’innovazione tecnologica (ovviamente importantissima); nell’erogazione di servizi ci si focalizza sulla bassa velocità d’esecuzione o sul prezzo.
Quelle descritte sono tutte aree di miglioramento reali e concrete ma non perseguibili esclusivamente attraverso azioni che si concretizzano in maggiore pressione e maggiore controllo.
In conclusione, a volte non è il cosa facciamo che è sbagliato, ma il come. Scendendo in profondità sul come, scopriamo che la stessa azione può essere compiuta in 100 modi differenti in funzione del nostro obiettivo; ciò vale per la creazione di un prodotto, di un servizio, nel comunicare, nel vendere, nel relazionarsi.
Sembrerà un gioco di parole, ma andare in profondità è l’unico modo per non inabissarsi, mentre stare in superficie è la garanzia per sprofondare.
Ci vediamo alla prossima puntata: “Come sviluppare profondità di pensiero”.
Gianluca Guitti